Il cognome Pedrazzini rinvia quasi automaticamente a Locarno e, prima, a Campo Vallemaggia.
Comunque in Ticino.
Pedro Pedrazzini nasce e cresce invece a Roveredo Grigioni, studia in Italia (Firenze e Milano), viaggia in Europa (in particolare Italia, Francia, Inghilterra e Germania), lavora in Ticino ma stabilisce un collegamento robusto, tanto sul piano espositivo che di destinazione delle opere, con la Germania. Al punto che anche tratti fondamentali della sua formazione (Accademie in Italia e apprendistato da Remo Rossi a Locarno) devono fare i conti con l’appassionato approfondimento dell’opera di un artista poco o affatto conosciuto nell’area culturale italiana, quindi anche svizzero-italiana, come l’espressionista tedesco Ernst Barlach.
Questo per dire che Pedro Pedrazzini non è l’enfant du pays, non gioca tranquillamente in casa, ma alimenta tuttora un proprio spazio culturale nel quale il Ticino e la Svizzera Italiana sono assunti nei loco elementi di dinamismo storico e non di tradizione localistica. Anche Pedro Pedrazzini è, in qualche modo, un emigrante lungo le strade dell’arte, come gli “emigranti d’arte” dei secoli scorsi, quelli che Virgilio Gilardoni definisce “magistri vagantes” in grado di esportare quella perizia realizzativa che appartiene ai cromosomi di questa terra.