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Dal 5 giugno al 24 novembre 2018

ROLAND HOTZ

La prima cosa che colpisce nelle sculture di Roland Hotz è il diverso trattamento delle superfici. Le strutture sono diverse non solo esteriormente, bensì riflettono differenze più profonde, a livello di contenuto. Come gli esseri umani, ogni pietra ha una sua storia, nel corso della quale sviluppa le sue caratteristiche specifiche, per così dire la sua individualità.
A differenza delle persone, però, questa individualità prende forma in periodi di tempo lunghissimi, di milioni di anni. Rendere visibile questa storicità della pietra è, dagli anni Novanta in poi, il principale obiettivo dell'artista. In questo suo approccio Roland Hotz tematizza in particolare la superficie della pietra e le tracce fossili che vi si sono depositate. Ma tra i suoi temi c'è anche la vulnerabilità del materiale: la fragilità della pietra o la friabilità dei suoi spigoli. Ma non sono solo la forma e la storicità, nel senso dell'evoluzione nel tempo, a definire la pietra: un altro elemento fondamentale è la struttura.
Nella sua ultima serie di opere Roland Hotz ha trasferito sulla pietra strutture riprese dal mondo naturale. Incidendo la superficie vi ha riprodotto, ad esempio, la struttura delle canne palustri; oppure i motivi che il vento e l'acqua, con i loro movimenti, imprimono sulla sabbia di una spiaggia o di una duna.



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