L’attività artistica di Piero Zambuto, iniziata negli anni '70, esemplifica alcune istanze del dibattito sulla scultura moderna. Attraverso le sperimentazioni astratte e surrealiste del primo periodo, l'originale ricerca di Zambuto approda a una coerenza di propositi di grande forza, a una volontà di dominare materia e forma fuori da ogni convenzione. Le sue forme non sono mai “ovvie”. Per Zambuto la forma è nella materia e quindi la sua prima preoccupazione è il materiale.
Se è la pietra, Zambuto ne considera il grado di durezza, il modo con cui reagisce allo scalpello, e il modo in cui essa ha reagito agli elementi naturali. Se la figura che si rivela è un nudo di donna, si domanda quale aspetto avrebbero la sua carne e il suo sangue se trasposti nella pietra. La scultura di Zambuto non è dunque un duplicato di forme e di fattezze, è piuttosto una profonda ricerca della materia rivelata. Sotto la guida dell’intuizione di Zambuto, la materia viene lentamente trasformata da uno stato di esistenze arbitrario a uno ideale.
Nel corso della sua carriera, Zambuto ha utilizzato diversi materiali: plastica, piombo, diversi tipi di legno, pietra lavica, arenaria, graniti. Il blocco di pietra, il legno di deriva, la radice di ulivo si trasformano in pezzi unici, meravigliosamente irreplicabili.